Risorgive del Venchiaruzzo - Cordenons

Discussioni su identificazione, ambienti e comportamenti, informazioni e curiosità relative a serpenti e tartarughe, rospi e rane del nostro territorio

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Per ragioni di tutela della fauna, evitiamo di indicare con precisione la stazione in cui si trova una specie rara o minacciata
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Gfranco colombo
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Risorgive del Venchiaruzzo - Cordenons

Messaggio da Gfranco colombo » 3 nov 2015

Scatti effettuati domenica 1 nov al Venchiaruzzo mentre Pierluigi, Renato e Bruno erano intenti ad inanellare minuscoli uccelletti. Specie abituali vero ?
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Tiziano
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Re: Risorgive del Venchiaruzzo - Cordenons

Messaggio da Tiziano » 5 nov 2015

Carissimo Gianfranco, la rana che tieni tra le mani è una Rana di Lataste (Rana latastei), un endemismo della pianura padana veneto-friulana con isolate stazioni sul Carso ed in Istria. Una specie particolarmente legata alla foresta planiziale. Vista la quasi totale distruzione del suo habitat le sue popolazioni sono fortemente ridotte e frazionate (anche l'introduzionde del Procambarus è causa di annientamento di intere popolazioni a sud del Po). Le popolazioni della nostra regione rappresentano l'ultimo baluardo per la conservazine di questo taxon, essendo ancora relativamente diffusa sia in zone planiziali (rarrissima però nell'alta pianura), sia nel sistema collineare. Localizzata nei settori prealpini.
La lucertola è una muraiola (Podarcis muralis), effettivamente il lacertide più diffuso e comune.

Colgo l'occasione per ricordati che la manipolazione degli anfibi se possibile è meglio evitarla in quanto vi è il forte rischio (soprattutto se si prendono più esemplari consequenzialemente) di trasmettere patogeni che sono tra le prime cause d'estinzione degli anfibi. Se necessario prenderli (per esempio per levarli da una zona pericolosa) è bene avere sempre le mani umide e lavarsele accuratamente ad ogni manipolazione successiva.

Ciao

Tiz

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Luca Lapini
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Re: Risorgive del Venchiaruzzo - Cordenons

Messaggio da Luca Lapini » 11 nov 2015

Si tratta di una femmina di Rana latastei e di una Podarcis muralis, entrambe piuttosto frequenti nelle zone umide del Vinchiaruzzo.
Potresti inviarmi il punto esatto delle tue osservazioni? Sempre utile.

Le indicazioni teoriche di Tiziano sono eccellenti, ma andrebbero applicate anche ai pelobati traslocati per ogni dove, senza alcun progetto ne' autorizzazione e con arcinota nonchalance.

Comunque, evitando pretenziose predicozze:

Le principali infezione da cui sarebbe bene tutelare gli anfibi sono una infezione fungina da Batracochytrium dendrobatidis per gli anuri, una per gli per gli urodeli da B. salamandrivorans.

I dati epidemiologici per l'Italia sono ancora pochi, ma B. d. è segnalato per l'Italia Appenninica e anche per l'Italia nord-occidentale (Lombardia e Piemonte), mentre B. s. è ancora troppo poco conosciuto per fare ipotesi sulla sua reale distribuzione.

Il primo è stato veicolato soprattutto dalla rana toro e da altre specie alloctone allevate per scopi vari e in Italia è molto diffuso nelle rane verdi, ma può effettivamente eliminare intere popolazioni di anuri.

Il secondo è stato importato con alcuni urodeli venduti per la terrarristica (ad es. Tylolotoriton, Cynops, ecc.) e certamente può contagiare Salamandra salamandra.

L'unico sistema per limitare la trasmissione queste infezioni fungine da una popolaziona all'altra è di disinfettare attentamente con varechina gli attrezzi utilizzati per la cattura e gli stivali serviti alle escursioni.

La letteratura sull'argomento è enorme. Per iniziare potete leggere i due pdf che allego, che possono servire per eventuali futuri approfondimenti.

Cordialità, Luca Lapini.
Allegati
Salamandra salamandra B salamandrivorans Martel_et_al_2014.pdf
Prima individuazione del patogeno con la dimostrazione che può contagiare Salamandra salamandra
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Batracochytrium dendrobatidis delta po9750-23226-1-PB.pdf
Individuazione di B. dendrobatidis negli anfibi del Parco del delta del Po, con aggiornamenti sulla situazione nel resto d'Italia
(72.69 KiB) Scaricato 813 volte

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Accipiter gentilis
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Re: Risorgive del Venchiaruzzo - Cordenons

Messaggio da Accipiter gentilis » 23 nov 2015

Buongiorno,
ringrazio tutti per gli utili e interessanti contributi, gli aspetti sanitari nella "manipolazione" degli animali vengono in effetti spesso sottovalutati.
A margine, sebbene non sia il moderatore della sezione, suggerirei cortesemente a tutti i contributori di omettere in futuro riferimenti o allusioni a episodi "esterni", generalmente non noti ai lettori del nostro forum e conseguentemente non valutabili con obiettività, e in ogni caso poco coerenti con la richiesta iniziale della discussione.
Grazie.
__________
Massimo Grion

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Luca Lapini
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Re: Risorgive del Venchiaruzzo - Cordenons

Messaggio da Luca Lapini » 23 nov 2015

Evitando riferimenti alla ben nota storia dei pelobati e ad altre analoghe prodezze, passo alla lista un ulteriore pdf sulla lotta in ambiente al chitridio Batracochytrium dendrobatidis.
Faccio notare che si tratta di una prima esperienza di lotta in un ambiente confinato (un'isoletta) ancora priva di considerazioni sui suoi effetti collaterali.
NON deve essere quindi considerata un rimedio prontamente esportabile in altre zone, mentre il trattamento della malattia su singoli esemplari ammalati è abbastanza facile e sicuro in cattività.
Buona lettura, Luca Lapini.
Allegati
Batracochytrium dendrobatidis environmental elimination 20150874.full.pdf
(338.96 KiB) Scaricato 774 volte

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