Croccolone e migrazione

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Accipiter gentilis
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Croccolone e migrazione

Messaggio da Accipiter gentilis » 30 apr 2015

Buonasera a tutti,
a seguito dei recenti avvistamenti di Croccolone (Gallinago media) mi sono fatto incuriosire dalle strategie migratorie di questa specie, classificata in regione come "molto scarsa, anche se di comparsa regolare".
Sono andato così a spulciare e ho ritrovato un articolo - vecchiotto ma che al tempo avevo trovato interessante - relativo all'utilizzo di geolocalizzatori satellitari per seguire le rotte migratorie di questa specie.
Riporto di seguito una mia breve sintesi e commento.

In Svezia, nel maggio 2009, dieci maschi vengono catturati presso il lek e dotati di geolocalizzatore; nel maggio successivo 3 maschi vengono ricatturati.
I risultati mostrano che a tardo agosto i tre individui volarono non-stop dal loro sito di no se pol dir ai quartieri di svernamento nell'Africa tropicale, percorrendo 6170, 6800 e 4620 km, rispettivamente in 72, 84 e 48h. In primavera, gli uccelli volarono per 4980, 5180 e 4280 km non-stop (rispettivamente in 72, 96 e 48h) dai quartieri africani alla regione balcanica; da questo punto in avanti, gli uccelli compirono molti brevi voli intercalati da brevi soste, fino a raggiungere così le aree di no se pol dir. Sebbene il Croccolone non sembri specificamente adattato a lunghi voli, vista la forma tondeggiante delle ali, ha dimostrato di tenere una velocità media di crociera di tutto riguardo: intorno ai 90 km/h in autunno e circa 75 in primavera!

I risultati dello studio mostrano come alcuni migratori come questa specie privilegino voli non-stop a lunga percorrenza, anche quando sono disponibili lungo la rotta luoghi di sosta adatti e i venti portanti di coda siano scarsi, e questo nonostante i costi di un volo estenuante e di un peso corporeo importante: il Croccolone infatti entro l'autunno immagazzina ingenti depositi di grasso. Questo notevole aumento del peso corporeo (che in alcune specie può arrivare al 100% della massa corporea magra) ha delle controindicazioni, poichè può influenzare negativamente l'economia del volo, l'agilità e manovrabilità e aumentare il rischio di predazione.

Il sorvolo senza fermata di potenziali luoghi di sosta implica quindi il fatto che il Croccolone preferisca minimizzare i tempi di migrazione piuttosto che misurare il consumo energetico e che le condizioni ambientali nella tarda estate siano molto favorevoli alle latitudini settentrionali in confronto con quelle dei potenziali luoghi di sosta più a sud in Europa in termini sia di accumulo di energia, che di livello di rischio di predazione e/o infezione.
In primavera il Croccolone utilizza numerosi luoghi di sosta in Europa orientale; questo consente loro di fare rifornimento in vista di ulteriori tratte di volo, ma anche di ottimizzare i tempi del loro arrivo nelle aree di no se pol dir e di aggiungere scorte extra per l'avvio della stagione riproduttiva.

Questo aspetto è confermato anche dagli avvistamenti effettuati in regione: il maggior numero di segnalazioni è concentrato in aprile (alcune a maggio) e rare ad agosto e novembre. Curiosamente, sebbene limitato come campione, dalla cartina allegata si vede invece l'opposto: come cioè la rotta primaverile dei tre individui sia più orientale rispetto a quella autunnale, quindi meno suscettibile di toccare il territorio regionale.

Un saluto,
Massimo Grion
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Massimo Grion

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Carlo Guzzon
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Re: Croccolone e migrazione

Messaggio da Carlo Guzzon » 1 mag 2015

Molto interessante!
Resto anch'io stupito e condivido la tua sorpresa per la rotta primaverile più orientale (di poco e almeno per una parte del percorso) rispetto a quella autunnale.
Nei tragitti rilevati (e quindi certi) non "ritrovo" infatti la famosa "migrazione ad arco" tipica del Croccolone, descritta da Massoli e Novelli (1987) secondo cui la specie attraversa l'Italia soprattutto durante la migrazione primaverile, mentre quella autunnale verso l'Africa avviene seguendo una rotta più orientale rispetto alla nostra penisola. Semmai dai grafici, appunto, sembrerebbe quasi il contrario.
Che la causa sia da attribuirsi al campione ridotto?.... ;-)

Carlo Guzzon

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